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Il cane da pastore maremmano abruzzese, conosciuto sia come pastore abruzzese, sia come pastore maremmano, è una razza canina italiana del gruppo pastori e bovari, originaria dell' Italia centrale o più propriamente dell'Appennino abruzzese.
Storia
Storia antica e iconografia
Il pastore maremmano abruzzese appartiene al ceppo dei grandi cani bianchi del Centro Europa, stirpe antichissima di guardiani di armenti e del gregge dal carattere diffidente e bellicoso, giunta in Italia dal Medio Oriente. Tale appartenenza lascerebbe supporre antenati comuni con i cani da montagna dei Pirenei, i Kuvasz ungheresi, i Tatra della Polonia, i Cuvac slovacchi, i Šarplaninac (anche se dal pelo colorato ), e gli Akbash della Turchia.
Citato e decantato già in età romana da Catone, Columella, Varrone e Palladio, il canis pastoralis o pequarius ("pecoraio") dal pelo bianco ha continuato a svolgere indisturbato le sue mansioni di guardiano di greggi nel corso dei secoli, senza mai allontanarsi dall'appennino centro -meridionale dove aveva fatto specie a sé. A conferma di ciò esistono una serie di testimonianze scritte o iconografiche:
Un bassorilievo di età ellenistica, riprodotto in un disegno di Max von Stephaniz del 1901.
Una statuetta votiva custodita nel Museo archeologico dell'antica Capua, a Santa Maria Capua Vetere (CE).
Un affresco del XIV secolo situato nella basilica di San Francesco, ad Amatrice (RI); il cane ritratto indossa il tipico vreccale come precauzione per le lotte contro i predatori.
Un affresco del XIV secolo situato nella basilica di Santa Maria Novella, a Firenze.
Una Natività di Mariotto di Nardo (attivo 1394-1424); il cane ritratto indossa il vreccale.
Abramo e Lot in viaggio verso Canaan di Bartolo Battiloro, nella Collegiata di San Gimignano (SI).