Il termine psichedelico (dal greco: ψυχή, psyché, "anima" e δηλῶ., dēlô, "rivelo") si riferisce alle esperienze di alterazione della coscienza causate da allucinogeni e altri stupefacenti e intese spesso come un affiorare, attraverso la modifica della percezione, di livelli profondi e altrimenti nascosti della psiche. Il primo uso implicito della parola per descrivere un genere musicale si deve al gruppo "acid-folk" Holy Modal Rounders. L'invenzione dell'espressione "rock psichedelico" viene invece solitamente ricondotta ai 13th Floor Elevators, che nel 1966 pubblicarono un album dal titolo The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators. Fondamentale il contributo dato da gruppi come i Pink Floyd che hanno portato questo genere ad elevati livelli di perfezione stilistica.
La parola "acido" (acid) in espressioni come acid rock è sostanzialmente equivalente a "psichedelico", benché in realtà indichi un preciso sottogenere del rock psichedelico sviluppato negli Stati Uniti, a cui afferiscono artisti come Jimi Hendrix o gli Steppenwolf; gergalmente (in inglese come in italiano) si riferisce all'LSD e, per estensione, a tutte le esperienze indotte da psichedelici.
Il rock psichedelico era in genere concepito come musica suonata sotto l'influsso di sostanze psichedeliche e da ascoltare in una analoga condizione. L'assunzione filosofica, implicita o esplicita, era che questa uguale condizione del musicista e dell'ascoltatore consentisse una comunicazione artistica a un livello particolarmente profondo, e irraggiungibile dalla tradizionale musica "lucida". In relazione a questo atteggiamento va anche letta l'importanza attribuita da alcuni musicisti a piante psicotrope come il peyote, associato ad antiche tradizioni sciamaniche dei nativi americani e quindi dotato di una valenza spirituale e metafisica specifica (la tradizione dei nativi americani gioca per esempio un ruolo fondamentale nella simbologia psichedelica dei Doors).
Il panorama rock psichedelico è piuttosto eterogeneo.