Nostalgia - puzzle online
La nostalgia (parola composta dal greco νόστος, ritorno, e άλγος, dolore; "dolore del ritorno") è un’emozione caratterizzata da un senso di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere. Oppure può essere una sensazione paradossalmente triste e contemporaneamente felice, triste perché si vorrebbe rivivere un momento passato o si vorrebbe ancora essere in un luogo nel quale si è vissuti (etc.), e felice perché quel momento era un momento gioioso e felice o un luogo nel quale si sono passati i momenti più felici della propria vita, e il ricordare quel momento e quel luogo riporta alla mente i momenti felici ma allo stesso tempo causa un senso di tristezza per la fine di quegli stessi momenti
Può talvolta evolvere in manifestazioni di carattere patologico.
Cenni etimologici
Il termine nostalgia in sé, pur derivato dal greco come molti termini scientifici, era sconosciuto al mondo greco. Entra nel vocabolario europeo nel XVII secolo, per opera di uno studente di medicina alsaziano dell'Università di Basilea, Johannes Hofer, il quale, constatando le sofferenze dei mercenari svizzeri al servizio del re di Francia Luigi XIV, costretti a stare a lungo lontani dai monti e dalle vallate della loro patria, dedicò a questo fenomeno una tesi, pubblicata a Basilea nel 1688 con il titolo "Dissertazione medica sulla nostalgia". Con questo termine greco di nuovo conio, infatti, Hofer traduce nel linguaggio scientifico l'espressione francese «mal du pays» e il termine tedesco «Heimweh» (letteralmente dolore per la casa), ancor oggi utilizzati nelle rispettive lingue. Tale stato patologico era così grave che spesso portava alla morte i soggetti che ne erano colpiti e nessun intervento medico valeva a ridare loro le forze e la salute a meno che non li si riportasse verso casa. A partire dalla fine del XVIII secolo e soprattutto nella prima metà del secolo successivo, accanto all'interesse medico, la nostalgia convoglia notevoli attenzioni in ambito poetico e musicale, in corrispondenza con l'ondata migratoria dall'Est Europa. Tuttavia, è soltanto a partire da Charles Baudelaire che il termine si libera dal riferimento a precisi luoghi o al passato infantile, per assurgere a condizione di anelito indefinito. Con l’età del Romanticismo, il pensiero del ritorno all’infanzia e del ricordo del proprio passato si caricò di tensione eroica e drammatica, diventando inoltre un fondamento indiretto per i nazionalismi che stavano nascendo in quel periodo in tutta Europa. Ma fu solo con la fine del secolo e con gli albori della società di massa, che la nostalgia assunse le caratteristiche peculiari con cui si identifica ancora oggi come Svetlana Boym, nel testo Ipocondria del cuore: nostalgia, storia e memoria, spiega:
Una malattia "antropologica"
Virginia de Micco, nel testo a sua cura Le culture della salute-immigrazione e sanità, un approccio trans-culturale, scrive:
Nostalgia e migrazione
Secondo Renos K. Papadopoulos il fatto che tutti i rifugiati abbiano perduto la casa (o la madrepatria) fa sì che condividano un profondo senso di struggimento nostalgico e che desiderino riparare quel tipo molto specifico di perdita.