È quasi sempre di tipo meccanico e aziona i freni posteriori del veicolo tramite dei tiranti che vengono azionati quando si tira l'apposita leva, che può avere varie forme ed è posta all' interno dell'abitacolo. Più raramente può agire sulle ruote anteriori, come sulle prime Autobianchi A112 e sulle Citroën GS e 2CV, ma è un sistema praticamente non più in uso. In alternativa l'azionamento può avvenire tramite un pedale, di solito posto alla sinistra e distanziato dagli altri pedali e con lo sgancio manuale per mezzo di una manopola posta all'altezza del cruscotto, sistema per esempio utilizzato su molte autovetture Mercedes-Benz.
Secondo il Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada, l'inserimento del freno a mano in sosta è sempre obbligatorio, anche su percorsi in piano. Su percorsi inclinati è inoltre obbligatorio ingranare la marcia opposta al verso della discesa (con cambio automatico inserire il dispositivo di arresto spostando la leva su P), e sterzare completamente le ruote in direzione opposta al centro della strada.
Oltre all'utilizzo durante le soste prolungate, il freno di stazionamento è d'ausilio anche nella normale circolazione, in occasione di fermate lungo un percorso non in piano. Il suo utilizzo può agevolare la manovra di ripartenza in salita, senza obbligare a un rapido innesto della frizione dopo il rilascio del freno a pedale, e viene consigliato a chi tende a utilizzare erroneamente la frizione per mantenere bloccato l'automezzo.
Questa funzione di ausilio delle partenze in salita, su vetture di recente costruzione, è stata sovente sostituita da un apparecchio non meccanico, definito hill holder.
Dato che l'incompleto rilascio del freno di stazionamento alla partenza, e il suo accidentale inserimento durante la normale circolazione possono risultare molto pericolosi, nella strumentazione di ogni veicolo è presente una caratteristica spia di colore rosso che ricorda il suo disinserimento al guidatore, spesso abbinata ad un allarme sonoro.