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La Prima Divisione della Lega Pro è stata la competizione maggiore organizzata dalla Lega Italiana Calcio Professionistico, già Lega Professionisti Serie C, per trentasei stagioni dal 1978 al 2014, e ha rappresentato il terzo livello del campionato italiano di calcio al di sotto della Serie B. Inizialmente chiamata Serie C1, solo nelle sue ultime sei edizioni la manifestazione assunse il nome di Prima Divisione, sebbene la FIGC avesse ufficialmente usato questa denominazione fin dal principio. Tutte le squadre della categoria disputavano la Coppa Italia di Serie C, mentre solo le migliori, determinate con criteri mutevoli di stagione in stagione, avevano l'opportunità di gareggiare anche nella Coppa Italia della Lega Nazionale Professionisti.
La Serie C1 si strutturava su 36 squadre ripartite in due distinti gironi generalmente suddivisi, specie nelle edizioni più antiche, su un criterio geografico fra Nord e Sud Italia, anche se talvolta si registrarono modalità alternative. Come la sottostante Serie C2, la competizione fu affetta da una progressiva instabilità finanziaria che comportò una sempre maggiore falsificazione dei risultati del campo, e occasionalmente fenomeni di sovrannumero o di posti vacanti nell'organico, tanto da spingere alfine all'abrogazione della categoria e alla restaurazione del previgente ordinamento del campionato di Serie C nell'ambito della riforma della Lega Pro.
Storia
La riforma dei campionati che portò alla nascita della Serie C1 nel 1978 fu la soluzione ad un contenzioso che si trascinava da due decenni. Se negli anni cinquanta infatti, le società di Serie C avevano approntato gli investimenti necessari al programmato inserimento del torneo nel nascente settore professionistico insieme alle due categorie superiori, la clamorosa eliminazione della Nazionale nelle qualificazioni al Mondiale di Svezia aveva portato il commissario straordinario della FIGC, Bruno Zauli, a decidere di degradare invece la categoria nel settore semiprofessionistico insieme alla divisione sottostante, nel nome della riduzione dei costi. Il provvedimento fu subito alla stregua di una truffa dai dirigenti dei club che avevano speso ingenti somme di denaro in vista di una ben altra prospettiva, e diede vita ad una corposa fazione favorevole alla ristrutturazione della terza serie in senso professionistico. Numerose singole deliberazioni su temi specifici vennero prese nel corso degli anni, ma per una riforma organica bisognò attendere ben quattro lustri.
Sul finire degli anni settanta la FIGC decise di liquidare il settore semiprofessionistico, trasportando la vecchia Serie C fra i professionisti e dividendola in due categorie, la maggiore delle quali sarebbe stata strutturata su due gironi, riprendendo l' idea di terza serie professionistica prefigurata vent'anni prima dal lodo Pasquale, ma poi cancellata dal progetto di Zauli. Il passaggio al nuovo regime fu semplice, selezionando le squadre classificatesi fino al dodicesimo posto in ciascuno dei tre gironi della Serie C 1977-1978, tenendo ovviamente conto dell'interscambio stagionale con la Serie B.La Serie C1 nata nel 1978 fu divisa per ragioni geografiche, col gruppo A corrispondente al Nord Italia, e il B al Centro -sud.