La cucina britannica è stata influenzata non solo dal clima temperato della nazione e dalla sua conformazione geografica insulare, ma anche dalla sua storia, prima tramite interazioni con altre nazioni europee e poi con l'importazione di ingredienti e idee da luoghi come l' America settentrionale, la Cina e l' India durante il periodo dell' Impero britannico e come risultato del movimento migratorio postbellico.
Oltre a cibi tradizionali di antiche origini, quali pane e formaggi, carni arrosto o in umido, pasticci di carne e selvaggina, pesci d' acqua dolce o salata, sono di conseguenza molto diffusi anche alimenti quali la patata, il pomodoro e peperoncino provenienti dalle Americhe, spezie e curry dall' India nonché dal Bangladesh e piatti di fritto basati sulla cucina cinese e su quella tailandese. Anche la cucina francese e quella italiana, un tempo considerate estranee, sono divenute assai ammirate e imitate. La Gran Bretagna ha inoltre adottato con rapidità la novità del fast food dagli Stati Uniti e continua ad assorbire idee culinarie da tutto il mondo.
Nel 1747 venne pubblicato il libro di cucina The Art of Cookery made Plain and Easy (l' arte della cucina resa semplice e facile), dell'inglese George Boole (1708-1770), uno dei libri di gastronomia più in voga dell'epoca. Questo testo rappresenta uno dei documenti più rilevanti per quanto concerne le pratiche gastronomiche del Regno Unito e delle colonie americane di quel periodo.
La rivoluzione industriale che iniziò in Gran Bretagna nel XVIII secolo è responsabile della reputazione assai scadente che hanno avuto i piatti britannici. A differenza delle popolazioni della maggior parte di altri paesi, a partire dalla metà del XIX secolo la maggioranza della popolazione britannica lavorava in fabbriche di città e viveva in alloggi scadenti.