I coriandoli sono piccoli ritagli di carta colorata usati nelle festività per essere lanciati in aria o su persone. Tipici del Carnevale e di altre festività come il Capodanno. Spesso il loro uso è abbinato a quello delle stelle filanti.
Nella maggior parte delle lingue (fra cui inglese, tedesco, francese, olandese, svedese e spagnolo), anche lingue non indo-europee, i coriandoli sono stranamente noti come "confetti", o un adattamento ortografico. L'origine della confusione linguistica ha origine nel Rinascimento quando in Italia ai matrimoni o durante il carnevale si usava lanciare veri e propri dolcetti, i confetti appunto. È attestato che già prima del 1597 i confetti stessi erano anche chiamati coriandoli «cuopronsi i coriandoli di zucchero per confetti», ovvero si utilizzassero talora i semi della pianta del coriandolo al posto delle mandorle nei piccoli dolci. I confetti (mandorle ricoperte di zucchero con uno speciale procedimento) si lanciano tuttora nei matrimoni sugli sposi e questa è una usanza diffusa in tutto il Sud.
In seguito, pur rimanendo chiamati coriandoli si utilizzarono nei lanci palline di carta colorata o di gesso.
Solo nel 1875 furono adottati i cerchi di carta, grazie all'inventiva dell' ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago ( Milano ), che iniziò a commercializzare come coriandoli i cerchi di carta di risulta dalle carte traforate utilizzate in sericoltura per l'allevamento dei bachi da seta.
L' invenzione dei coriandoli di carta è stata tuttavia rivendicata dall'ingegner Ettore Fenderl: secondo un racconto da lui stesso riferito (e riportato anche in un'intervista alla radio Rai del 1957), per festeggiare il Carnevale del 1876 a Trieste, avrebbe ritagliato dei triangolini di carta in quanto non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso, e li lanciò dalla sua casa in Piazza della Borsa (Trieste).
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