Chiesa ortodossa - puzzle online

La Chiesa ortodossa, talvolta indicata anche come Chiesa ortodossa orientale o Chiesa cristiana d'oriente o Chiesa cattolica ortodossa, è una comunione di Chiese cristiane nazionali, che sono o autocefale (cioè il cui capo non riconosce alcuna autorità religiosa in terra al di sopra di sé) o autonome (cioè dipendenti da un patriarcato, ma da esso distinte). Delle Chiese autocefale, nove sono patriarcati, storici o moderni.

Come è indicato nelle pubblicazioni del Dipartimento di Statistiche delle Nazioni Unite, le denominazioni usate dai vari stati per indicare le religioni non sono uniformi. Così i cattolici sono identificati come "cattolici" in Portogallo, ma "cattolici romani " in Germania, e il termine "ortodosso", che in Etiopia indica soprattutto appartenenza alla Chiesa ortodossa etiope, una delle Chiese ortodosse orientali, in Romania indica soprattutto l'essere membri della Chiesa ortodossa romena, una delle Chiese che in inglese e tedesco sono anch'esse chiamate orientali (usando però Eastern un vocabolo distinto da Oriental, anche se sinonimo), ma che in lingue che non dispongono di una simile coppia di sinonimi sono chiamate bizantine o calcedonesi. Queste ultime lingue attualmente riservano l'aggettivo "orientali" per le Chiese che non accettano il Concilio di Calcedonia.

La Chiesa ortodossa bizantina o calcedonese è l'erede della cristianità dell' antico Impero romano d'Oriente, chiamato poi Impero bizantino, e in seguito Ottomano, allora suddivisa negli antichi quattro Patriarcati storici di Gerusalemme, Antiochia, Alessandria e Costantinopoli, senza il quinto, d'Occidente. Essa ritiene che solo al proprio interno, quindi in via esclusiva, sussista la continuità della Chiesa universale fondata da Gesù Cristo (proprio come lo ritiene, da parte sua, la Chiesa cattolica romana).

Questa comunione di Chiese riconosce un primato d'onore alla sede vescovile di Costantinopoli, costituita patriarcale dal 381, e definitasi "ecumenica" in un sinodo tenuto a Costantinopoli nel 587, nonostante le proteste romane. Il patriarcato di Costantinopoli, peraltro, era già stato promosso nella gerarchia delle sede patriarcali da parte del Concilio di Calcedonia del 451, che in un canone (rigettato da Papa Leone I e la cui validità è contestata anche da alcuni ortodossi) concesse «alla sede della santissima nuova Roma, onorata di avere l' imperatore e il senato, e che gode di privilegi uguali a quelli dell'antica città imperiale di Roma, eguali privilegi anche nel campo ecclesiastico, e che fosse seconda dopo di quella»; Costantinopoli veniva così elevata al di sopra delle sedi di Alessandria e di Antiochia, le cui prerogative erano riconosciute a partire dal Concilio di Nicea I (325). Più tardi, con lo scisma del 1054, dal momento che la sede di Roma non era più in comunione con le Chiese unite con quella di Costantinopoli, il primato d'onore - ma non di giurisdizione - venne attribuito da queste appunto a Costantinopoli.

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