Ti invito a fare una bella sistemazione, novembre arriverà presto, Poesia Signor Novembre Da Wanda Chotomska C'è una casa, diversa da tutte le case: ha le finestre piangenti, ha due grondaie piangenti. C'è un salice che cresce davanti alla casa, piange, ovviamente, piange con lacrime d'argento e perde le foglie lacrimose. E in casa il signor Listopad è costantemente seduto al tavolo, asciuga la polvere con un fazzoletto e fa ombrelli. Non vuole mangiare, non riesce a dormire, non si lava, non si rade e piange solo amaramente su ciascuno degli ombrelli. È diventato smunto, annerito, emaciato, ha un aspetto sempre peggiore e non può andare a fare una passeggiata. Non può continuare così! Alla fine uno degli ombrelli si stancò di questa vita, così di notte spiegò silenziosamente la sua ala nera. Aprì leggermente la persiana con la mano ossuta e volò in strada insieme a Listopad. Volavano sui tetti e facevano dei cerchi, giravano intorno ai giardini, scorrevano per i vicoli. E quelli che li hanno visti hanno detto che, presumibilmente, Novembre si è asciugato gli occhi delle case con il proprio fazzoletto. Apparentemente accarezzò teneramente i capelli del salice piangente e poi asciugò a lungo il naso delle grondaie. E piangeva, piangeva e non riusciva a smettere di piangere. anche se presto fu fradicio per tutti i pianti. E chissà, forse alla fine è annegato nelle sue stesse lacrime, perché al mattino è stato trovato un ombrello sopra la pozzanghera.
Ti invito a fare una bella sistemazione, novembre arriverà presto, Poesia Signor Novembre Da Wanda Chotomska C'è una casa, diversa da tutte le case: ha le finestre piangenti, ha due grondaie piangenti. C'è un salice che cresce davanti alla casa, piange, ovviamente, piange con lacrime d'argento e perde le foglie lacrimose. E in casa il signor Listopad è costantemente seduto al tavolo, asciuga la polvere con un fazzoletto e fa ombrelli. Non vuole mangiare, non riesce a dormire, non si lava, non si rade e piange solo amaramente su ciascuno degli ombrelli. È diventato smunto, annerito, emaciato, ha un aspetto sempre peggiore e non può andare a fare una passeggiata. Non può continuare così! Alla fine uno degli ombrelli si stancò di questa vita, così di notte spiegò silenziosamente la sua ala nera. Aprì leggermente la persiana con la mano ossuta e volò in strada insieme a Listopad. Volavano sui tetti e facevano dei cerchi, giravano intorno ai giardini, scorrevano per i vicoli. E quelli che li hanno visti hanno detto che, presumibilmente, Novembre si è asciugato gli occhi delle case con il proprio fazzoletto. Apparentemente accarezzò teneramente i capelli del salice piangente e poi asciugò a lungo il naso delle grondaie. E piangeva, piangeva e non riusciva a smettere di piangere. anche se presto fu fradicio per tutti i pianti. E chissà, forse alla fine è annegato nelle sue stesse lacrime, perché al mattino è stato trovato un ombrello sopra la pozzanghera.
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